Comites Egitto: mancata trasparenza, dimissioni e diffamazioni
22-11-2024 16:06 - News
Comites Egitto: mancata trasparenza, dimissioni e diffamazioni
La recente assemblea del Comites Egitto ha sollevato diverse perplessità tra i membri della Comunità Italiana residente nel paese. Nonostante una richiesta specifica rivolta al Comites per sapere se fosse possibile per i cittadini Italiani partecipare online alla riunione, non è stata fornita alcuna risposta.
Tuttavia, è emerso che uno dei membri del Comites ha effettivamente partecipato in videoconferenza, dimostrando che la possibilità esisteva. Questa mancata comunicazione riflette una scarsa trasparenza e apertura verso la comunità, rendendo difficoltoso il coinvolgimento degli italiani interessati.
Un altro elemento critico riguarda la composizione attuale del Comites, che appare fortemente decimata.
Su 12 membri inizialmente eletti, solo 7 risultano ancora attivi, a causa di dimissioni multiple che sollevano interrogativi sulla capacità dell'organo di rappresentare adeguatamente la collettività italiana in Egitto.
A questo si aggiunge un episodio particolarmente grave: il Comites ha definito "sedicente" l’Associazione Comunità Italiana in Egitto, un’organizzazione legalmente costituita e regolarmente registrata presso il RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore). Tale termine implica falsamente che l’associazione non abbia legittimità o qualifiche per operare, configurando un chiaro caso di diffamazione.
Per tutelare la propria reputazione e richiedere il rispetto delle leggi e dei diritti costituzionali, l'Associazione ha inviato una formale richiesta di rettifica al Comites. Nella lettera, si è sottolineato:
- Il diritto costituzionale di associarsi liberamente (art. 18 della Costituzione Italiana).
- La legittimità dell’Associazione Comunità Italiana in Egitto, regolarmente iscritta presso il RUNTS.
- Il carattere diffamatorio e lesivo del termine “sedicente” utilizzato dal Comites, in violazione dell’art. 595 del Codice Penale italiano.
La lettera richiede una smentita pubblica immediata, attraverso lo stesso mezzo utilizzato per diffondere l’accusa, al fine di ripristinare la verità e tutelare l’immagine dell’Associazione.
Questi episodi sollevano dubbi non solo sulla trasparenza e funzionalità del Comites, ma anche sulla sua capacità di instaurare un dialogo rispettoso e costruttivo con le associazioni che operano per il bene della collettività italiana in Egitto.
La recente assemblea del Comites Egitto ha sollevato diverse perplessità tra i membri della Comunità Italiana residente nel paese. Nonostante una richiesta specifica rivolta al Comites per sapere se fosse possibile per i cittadini Italiani partecipare online alla riunione, non è stata fornita alcuna risposta.
Tuttavia, è emerso che uno dei membri del Comites ha effettivamente partecipato in videoconferenza, dimostrando che la possibilità esisteva. Questa mancata comunicazione riflette una scarsa trasparenza e apertura verso la comunità, rendendo difficoltoso il coinvolgimento degli italiani interessati.
Un altro elemento critico riguarda la composizione attuale del Comites, che appare fortemente decimata.
Su 12 membri inizialmente eletti, solo 7 risultano ancora attivi, a causa di dimissioni multiple che sollevano interrogativi sulla capacità dell'organo di rappresentare adeguatamente la collettività italiana in Egitto.
A questo si aggiunge un episodio particolarmente grave: il Comites ha definito "sedicente" l’Associazione Comunità Italiana in Egitto, un’organizzazione legalmente costituita e regolarmente registrata presso il RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore). Tale termine implica falsamente che l’associazione non abbia legittimità o qualifiche per operare, configurando un chiaro caso di diffamazione.
Per tutelare la propria reputazione e richiedere il rispetto delle leggi e dei diritti costituzionali, l'Associazione ha inviato una formale richiesta di rettifica al Comites. Nella lettera, si è sottolineato:
- Il diritto costituzionale di associarsi liberamente (art. 18 della Costituzione Italiana).
- La legittimità dell’Associazione Comunità Italiana in Egitto, regolarmente iscritta presso il RUNTS.
- Il carattere diffamatorio e lesivo del termine “sedicente” utilizzato dal Comites, in violazione dell’art. 595 del Codice Penale italiano.
La lettera richiede una smentita pubblica immediata, attraverso lo stesso mezzo utilizzato per diffondere l’accusa, al fine di ripristinare la verità e tutelare l’immagine dell’Associazione.
Questi episodi sollevano dubbi non solo sulla trasparenza e funzionalità del Comites, ma anche sulla sua capacità di instaurare un dialogo rispettoso e costruttivo con le associazioni che operano per il bene della collettività italiana in Egitto.
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