15 Giugno 2025
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Egitto il deficit energetico durante un’estate rovente?

07-06-2025 08:26 - News
Come sta gestendo l’Egitto il deficit energetico durante un’estate rovente?

Con l’aumento vertiginoso delle temperature estive che mette a dura prova la rete elettrica egiziana, il Paese si trova ad affrontare un divario sempre più ampio tra produzione e consumo di gas naturale.

Con una produzione giornaliera in calo e una domanda in forte crescita, soprattutto per la generazione di elettricità, la sicurezza energetica è diventata una questione di rilevanza nazionale.

Sebbene alcuni rapporti avvertano del rischio di una crisi imminente, nuovi sviluppi suggeriscono che l’Egitto non sta subendo passivamente la pressione. Al contrario, il governo sta adottando un approccio su più fronti: importazione di gas naturale liquefatto (GNL), riattivazione di fonti di emergenza come il mazut, negoziazioni con partner chiave come Israele, e accelerazione degli investimenti a lungo termine in energie rinnovabili e contratti internazionali.

Attualmente, l’Egitto affronta un apparente disavanzo nella bilancia del gas naturale, con una produzione giornaliera scesa a circa 4,5 miliardi di piedi cubi contro un consumo di circa 6 miliardi. Questo divario mette il sistema sotto crescente pressione, soprattutto durante i picchi estivi.

Intervistato da Ahram Online, Gamal Al-Qalyoubi, professore di Ingegneria Petrolifera ed Energetica, ha chiarito che “il reale tasso di calo della produzione non supera 1,7 miliardi di piedi cubi al giorno”, sottolineando che la cifra spesso citata di 3 miliardi è “esagerata e non riflette accuratamente la realtà”.

Piani alternativi per garantire le forniture
Per far fronte alla carenza, il governo ha attivato un piano d’emergenza che prevede l’impiego di tre navi di rigassificazione GNL e una nave attraccata al porto di Aqaba, che verrà utilizzata alternativamente tra Egitto e Giordania.

Tuttavia, secondo Medhat Youssef, ex vicepresidente dell’Autorità Petrolifera, la crisi “non è ancora del tutto risolta, poiché la quarta nave non è ancora arrivata e una non funziona a pieno regime, il che ha causato blackout durante l’ondata di caldo, soprattutto nelle aree rurali.”

Nonostante queste difficoltà, la rete elettrica nazionale non è crollata e ha mantenuto nel complesso prestazioni stabili anche sotto carichi record.

Al-Qalyoubi afferma: “Non si è trattato di interruzioni programmate, ma di guasti tecnici limitati causati dall’ondata di calore,” aggiungendo che le interruzioni in alcune zone non hanno superato i 15 minuti e lodando la capacità della rete di gestire un carico giornaliero di 40.000 megawatt.

Il ritorno del mazut — a caro prezzo
Durante i picchi di domanda, il governo ricorre all’uso del mazut come alternativa per la generazione di elettricità.

Youssef sottolinea che questa politica non è nuova: in passato, l’Egitto ha guadagnato circa 8,5 miliardi di dollari esportando gas sostituito dal mazut per uso interno, sfruttando la differenza di prezzo significativa (50 dollari per il gas esportato contro 16 per il mazut importato).

Fonti ufficiali riportano una temporanea interruzione delle forniture di gas da Israele, dovuta a lavori di manutenzione nei giacimenti Leviathan e Tamar. Tuttavia, le implicazioni sono più ampie e riguardano l’equilibrio del mercato e gli accordi commerciali.

Al-Qalyoubi commenta: “Il mercato egiziano resta il principale partner strategico per il gas israeliano, ricevendo 800 milioni di piedi cubi al giorno, contro solo 250 milioni destinati alla Giordania. Parlare di cambiamenti di prezzo è tecnicamente illogico, poiché i contratti sono vincolanti.”

Youssef, tuttavia, ritiene che “gli accordi possano concedere a Israele una certa flessibilità nel rinegoziare i prezzi qualora l’Egitto aumentasse la domanda — un’evoluzione naturale in qualsiasi mercato.”

Il calo del giacimento Zohr: naturale, non tecnico
Il brusco calo della produzione del giacimento Zohr è un fattore chiave della crisi attuale, con una discesa da 3,8 a 1,8 miliardi di piedi cubi al giorno.

Al-Qalyoubi spiega: “Il calo è dovuto alla ridotta fertilità degli strati geologici — uno sviluppo naturale nel ciclo di vita di qualsiasi giacimento, non un guasto tecnico.” Ha indicato sforzi esplorativi intensificati in aree promettenti come il Mar Rosso e il Mediterraneo occidentale, con grandi compagnie come Chevron ed ExxonMobil attese nel 2025.

Contratti a lungo termine come garanzia strategica
Alla luce della volatilità dei mercati globali del gas, l’Egitto si sta orientando verso la firma di contratti di importazione a lungo termine con Paesi come Qatar, Russia e Algeria. Questi accordi offrono maggiore sicurezza nelle forniture e nella stabilità dei prezzi.

Al-Qalyoubi dichiara: “Per la prima volta, l’Egitto adotta questo tipo di contratto, un passo molto importante che ci risparmia da gare d’appalto d’emergenza e trattative sotto pressione.” Aggiunge che sono previsti meccanismi di finanziamento flessibili per ridurre la pressione sul bilancio nazionale.

Youssef approva l’approccio: “Grandi Paesi come Cina e Giappone seguono lo stesso modello. I contratti estesi proteggono dalle fluttuazioni dei prezzi e rafforzano la stabilità del mercato.”

Nonostante i vantaggi, lo Stato affronta reali difficoltà nel garantire liquidità per finanziare le importazioni, soprattutto con l’aumento dei tassi d’interesse globali.

Youssef rivela: “Attualmente il governo sta rinviando il pagamento di alcune spedizioni. Questo offre flessibilità temporanea, ma aumenta il carico finanziario nel lungo periodo.”

Rinnovabili: una speranza a lungo termine
L’Egitto intende ampliare il proprio portafoglio energetico rinnovabile, concentrandosi in particolare su eolico e solare, per ridurre la dipendenza dal gas naturale nella produzione di elettricità.

Al-Qalyoubi afferma: “L’obiettivo è produrre 28.000 megawatt da eolico e 11.000 da solare entro quattro anni, riservando il gas all’uso industriale invece di bruciarlo per generare energia.”

Youssef, però, è più cauto: “Le rinnovabili attualmente coprono non più del 10% del fabbisogno, mentre il gas rappresenta circa il 90% del mix energetico. Anche dopo l’entrata in funzione delle centrali nucleari, il gas resterà la fonte primaria ancora per molti anni.”

Pressione transitoria, non una crisi totale
Nonostante la pressione dovuta alla domanda estiva e al calo della produzione, entrambi gli esperti concordano sul fatto che l’Egitto non si trovi sull’orlo del collasso, ma stia affrontando una fase di transizione che richiede rapide esplorazioni, contratti estesi e una gestione precisa della domanda.

“Non stiamo vivendo una crisi energetica improvvisa, ma un periodo transitorio gestito con piani realistici,” conclude Al-Qalyoubi. Youssef aggiunge: “La sicurezza energetica si ottiene solo attraverso un mix di produzione, importazioni e copertura finanziaria intelligente.”

Fonte: AL AHRAM NEWS

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