Turismo, il 2023 sarà l’anno dell’Egitto. Il Cairo la meta preferita dai viaggiatori

25-02-2023 15:28 -

Ma sarà anche l’anno in cui si potrà varcare la soglia per vedere il grande “Museo Egizio”, che sarà aperto a breve, e comprende l’intero gruppo “King Tutankhamon”
Si ritorna a viaggiare a pieno regime nel 2023. E sembra proprio in totale libertà, senza restrizioni. Almeno secondo gli esperti del settore. Tra le mete più ambite c’è in pole position l’Egitto. Più precisamente, come sottolinea la rete americana CNN, il Cairo sarà tra le 23 migliori destinazioni turistiche del mondo di quest’anno. Ma sarà anche l’anno in cui si potrà varcare la soglia per vedere il grande “Museo Egizio”, che sarà aperto a breve, e comprende l’intero gruppo “King Tutankhamon”.
Sebbene la scoperta della tomba di re Tut sia avvenuta il 4 novembre 1922, l’Egitto intende celebrare il centenario della sua scoperta proprio nel 2023, in concomitanza con l’apertura del nuovo Grande Museo Eegizio, che si trova a Giza, davanti alle Piramidi, e sarà il più grande museo archeologico del mondo e ospiterà oltre 100.000 reperti. Non solo, all’orizzonte e già in costruzione c’è la creazione della nuova capitale amministrativa del Paese, a est del Cairo, che sostituirà l’attuale complesso come centro del governo, sfoggiando con orgoglio la torre più alta dell’Africa e il Green River Park di 35 chilometri, progettato per imitare la forma del Nilo. Ci sono quindi molti motivi per visitare l’Egitto nel 2023. Anche secondo la società di consulenza spagnola Bloom Consulting, l’Egitto è il primo paese africano più attraente per i turisti. È quanto rimarcato nel report Country Brand Ranking Tourism Edition 2022-2023.
I ricavi dal settore del turismo sono aumentati durante il primo trimestre dell’anno fiscale in corso del 43,5% su base annua, registrando circa 4,1 miliardi di dollari nel periodo da luglio a fine settembre, rispetto ai 2,8 miliardi di dollari dell’anno precedente. Secondo una dichiarazione della Banca centrale d’Egitto, il numero di arrivi di turisti nel Paese è aumentato del 52,2%, registrando circa 3,4 milioni di persone.
Eppure anche l’Egitto soffre per la crisi mondiale, così come ovviamente tutti i paesi del mondo. Ma in realtà queste situazioni non sono mai il risultato di un evento unico, ma di una combinazione di eventi. Sono la conseguenza di un accumulo di politiche, di decisioni che risalgono molto indietro nel tempo. Innanzitutto bisogna ricordare da quale situazione siamo partiti, quella di un Paese che ha attraversato anni di instabilità, soprattutto dal 2011 in poi, cominciati con le primavere arabe, i Fratelli musulmani, la reazione terroristica, la deposizione del governo dei Fratelli musulmani e così via. Periodo che si è concluso con una pandemia e una guerra in Ucraina. Insomma di ostacoli da superare ce ne sono stati davvero tanti. Ma l’Egitto non è un Paese che molla, anzi.

L’armonia e il coordinamento tra le politiche economiche, monetarie e finanziarie hanno contribuito al raggiungimento di importanti obiettivi economici rappresentati dall’innalzamento del tasso di crescita del prodotto interno lordo al 7%. Ma anche dall’attuazione del sistema di cambi flessibili per la moneta e dalla stabilità dei prezzi, dal proseguimento della riduzione dei tassi di indebitamento, raggiungere la disciplina finanziaria e rafforzare il ruolo del settore privato nel guidare la crescita economica e l’occupazione. E questa è la mappa del lavoro nel prossimo periodo, quando il governo e la banca centrale hanno avviato importanti misure per sostenere la capacità dell’economia egiziana di affrontare una delle più gravi crisi economiche globali derivanti da complesse sfide internazionali, in particolare la crisi russo-ucraina e le continue ripercussioni della crisi del coronavirus.

Le misure e le politiche che l’Egitto sta attualmente attuando includono l’approvazione di un pacchetto finanziario del valore di 67 miliardi di EGP per la protezione sociale, l’emissione di certificati di risparmio con un tasso di interesse fino al 17,25%, il programma di offerte del governo in borsa, il “sistema di tassi di cambio flessibili” e sostenere il prodotto locale, aumentando le esportazioni e costruendo $ 60 miliardi di riserve estere.