SANTA CATERINA - Colloqui Grecia-Egitto
05-06-2025 07:16 - News
Colloqui Grecia-Egitto sul monastero di Santa Caterina
ATENE - Il ministro degli Esteri greco, Giorgos Gerapetritis, si reca al Cairo per incontrare il suo omologo egiziano, Badr Abdelatty.
I colloqui mirano a valutare se una recente sentenza di un tribunale egiziano sul monastero ortodosso di Santa Caterina, nel Sinai, possa comportare un cambiamento della posizione del governo egiziano sullo status religioso del sito, scrive Kathimerini.
Situato ai piedi del monte Sinai, il monastero venne costruito nel VI secolo nel luogo in cui, secondo la tradizione biblica, Dio si manifestò a Mosè, ed è il più antico monastero cristiano del mondo a essere stato abitato ininterrottamente, nonché patrimonio dell'Unesco. Nella settimana scorsa, un tribunale egiziano ha stabilito che il monastero "ha il diritto di utilizzare" il terreno in cui si trova, il quale tuttavia "appartiene allo Stato in quanto proprietà pubblica".
Il verdetto è stato definito "scandaloso" dall'arcivescovo Geronimo II di Atene, primate della Chiesa ortodossa greca, preoccupato dall'idea che la sentenza apra la strada all'esproprio del monastero e allo sfratto dei venti monaci che vi abitano. Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha rassicurato il premier ellenico Kyriakos Mitsotakis, in una telefonata tra i due lo scorso venerdì, ribadendo l'impegno dell'Egitto a preservare lo status religioso del monastero.
Secondo il Cairo, la sentenza non minaccia ma "consolida" lo status del sito, "allineandosi con quanto sottolineato dal presidente al-Sisi durante la sua recente visita ad Atene il 7 maggio", è stato scritto in un comunicato del governo egiziano. Un accordo tra Grecia ed Egitto per preservare lo status del monastero è stato raggiunto dalle due parti nei mesi scorsi, ma non è ancora stato firmato, riporta Kathimerini.
Fonte: ANSA
ATENE - Il ministro degli Esteri greco, Giorgos Gerapetritis, si reca al Cairo per incontrare il suo omologo egiziano, Badr Abdelatty.
I colloqui mirano a valutare se una recente sentenza di un tribunale egiziano sul monastero ortodosso di Santa Caterina, nel Sinai, possa comportare un cambiamento della posizione del governo egiziano sullo status religioso del sito, scrive Kathimerini.
Situato ai piedi del monte Sinai, il monastero venne costruito nel VI secolo nel luogo in cui, secondo la tradizione biblica, Dio si manifestò a Mosè, ed è il più antico monastero cristiano del mondo a essere stato abitato ininterrottamente, nonché patrimonio dell'Unesco. Nella settimana scorsa, un tribunale egiziano ha stabilito che il monastero "ha il diritto di utilizzare" il terreno in cui si trova, il quale tuttavia "appartiene allo Stato in quanto proprietà pubblica".
Il verdetto è stato definito "scandaloso" dall'arcivescovo Geronimo II di Atene, primate della Chiesa ortodossa greca, preoccupato dall'idea che la sentenza apra la strada all'esproprio del monastero e allo sfratto dei venti monaci che vi abitano. Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha rassicurato il premier ellenico Kyriakos Mitsotakis, in una telefonata tra i due lo scorso venerdì, ribadendo l'impegno dell'Egitto a preservare lo status religioso del monastero.
Secondo il Cairo, la sentenza non minaccia ma "consolida" lo status del sito, "allineandosi con quanto sottolineato dal presidente al-Sisi durante la sua recente visita ad Atene il 7 maggio", è stato scritto in un comunicato del governo egiziano. Un accordo tra Grecia ed Egitto per preservare lo status del monastero è stato raggiunto dalle due parti nei mesi scorsi, ma non è ancora stato firmato, riporta Kathimerini.
Fonte: ANSA
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